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NFT e arte digitale: intervista ad Andrea Salomone di Reasoned Art

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NFT e arte digitale in Italia: qual è lo status quo?

Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato Andrea Salomone, Chief Growth Officer di Reasoned Art, una galleria d’arte nel settore NFT.

La nostra rubrica dedicata al Metaverso prosegue esplorando il mondo degli #NFT dopo aver parlato di V-Tuber e di Zepeto.

NFT Artist: Giuseppe Ragazzini

Reasoned Art è una galleria d’arte che vende opere digitali certificate da NFT e tecnologia blockchain, seleziona artisti digitali e crea mostre fisiche per valorizzare gli artisti. Ci racconti com’è nato il progetto e come si evolverà?


Reasoned Art nasce nel 2019, prima del boom della tecnologia NFT, con una mostra di arte digitale curata dal nostro CEO e Founder Giulio Bozzo a Genova. La volontà era quella di curare le opere di artisti digitali nello stesso modo in cui si curano le mostre nel mondo dell’arte tradizionale per avvicinare le masse a questo movimento nel modo più frictionless possibile.

Grazie all’avvento ed adozione delle nuove tecnologie, a Gennaio 2021 nasce la startup vera e propria, con l’obiettivo ultimo di rivoluzionare il sistema del mondo dell’arte rendendolo più democratico e al passo con i tempi. Per fare ciò, oltre al processo di curatela e alla vendita degli NFT sulla nostra piattaforma, stiamo progettando un’innovativa DAO (Decentralized Autonomous Organization) che verrà presentata a fine 2022: una base solida per un metaverso ad hoc.


Qual è il target che acquista le opere dei crypto artist sulla vostra piattaforma?


Con il nostro processo di selezione e curatela, puntiamo a marcare una volta per tutte la differenza tra arte digitale e collectibles digitali: due sfere ben distinte che nell’immaginario collettivo tendono a confondersi. Puntiamo ad essere il riferimento europeo per quanto riguarda la prima.

Il nostro target attuale, considerata la percentuale di adoption della tecnologia, è composto da collezionisti e connoisseurs di arte digitale già attivi in ambito NFT, collezionisti tradizionali che stanno esplorando questo nuovo mondo, e HNWIs abituati ad investire a lungo termine e che vedono gli NFT come potenziali store of value atti alla diversificazione del loro portfolio.

NFT Artist: Annibale Siconolfi

Con la digitalizzazione dell’arte, gli artisti hanno un pubblico più ampio e si aprono a nuovi acquirenti e alle nuove generazioni. Ci dai un’overview sul mondo degli artisti che vendono opere NFT?


L’habitat naturale di contenuti digitali è, per l’appunto, il mondo digitale. Grazie ai social network e alle diverse piattaforme, gli artisti riescono a raggiungere in modo nativo un pubblico sempre più ampio, ma che in genere appare racchiuso per circa l’80% (come ci si aspetta che sia) tra la fascia 18-24 e quella 25-34 anni.

Inoltre, l’uso di software diversi, lo stile, la tecnica, e le varie verticali artistiche, inseriscono gli artisti in niches quali digital fashion, arte generativa, 3D e molte altre, che però non marcano confini troppo netti. Per la natura del mezzo digitale, infatti, molte categorie possono essere considerate sottoinsiemi di altre: le possibilità di espressione sono davvero infinite. 


Quali sono i fattori per i quali un artista crypto ha successo o meno?  A livello di comunicazione quali sono i social media e i linguaggi utilizzati?


Dipende da tanti fattori, reali e percepiti, per la maggior parte artistici, alcuni seguono le leggi di mercato, altri invece non sono intelligibili principalmente perché non sono ancora stati raccolti dati a sufficienza. In linea di massima, tutto ciò che viene percepito come unico e innovativo guadagna un valore aggiunto: la rarità di alcuni progetti, unita al valore che la community globale affida all’artista o al progetto, ha la capacità dimostrata di generare una FOMO mai vista prima in nessun mercato.

Tutto ciò unito alla decentralizzazione che suscita una fondamentale sensazione nell’utente/collezionista di sentirsi parte attiva di qualcosa (che mancava nel Web 2), sono le forze trainanti del mondo crypto e NFT.


È importante sottolineare come il tone of voice specifico di un artista, insieme al modo unico con il quale si interfaccia con il suo seguito digitale, sia una parte importante dell’equazione e spesso si riflette sul valore economico reale o percepito degli NFT. Non interferisce però, ovviamente, con quello artistico.

Per quanto riguarda le piattaforme che si prestano di più al mondo crypto e NFT, spiccano tra tutte Twitter, Discord e Telegram, oltre al “solito” Instagram, usato come vetrina per la sua natura visiva.

Il linguaggio usato rimane estremamente informale e inclusivo e vede protagonista un vocabolario specifico che si basa sul concetto decentralizzato di WAGMI (“We All Gonna Make It”) in gergo crypto. 


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